3 Luoghi nella New York che non ti aspetti

Visitare New York è il sogno di molte persone. Merito di un immaginario collettivo che la vede da ormai molto tempo come il centro dell’American Dream, qualcosa che la storia del resto ha confermato.

 

La metropoli è stata per circa secoli il punto di approdo per tante persone in fuga dall’Europa, alla ricerca di una vita migliore e di nuove prospettive di vita. Gli Stati Uniti hanno accolto milioni di immigrati e se sono diventati un Paese dalle molte anime lo devono sicuramente anche a questo.

 

Un tratto che ritroviamo in particolare proprio a New York, un’America nell’America, potremmo dire, con la sua libertà, la frenesia, l’ambizione, la capacità di vivere al massimo aperture e contrasti.

 

Una città splendida da visitare sempre, in occasione di un viaggio d’affari come per turismo, complice un aspetto a cui non si pensa quasi mai: un clima continentale e freddo d’inverno, ma non troppo in fondo, per via della presenza mitigante della Corrente del Golfo.

 

Se avete voglia di andare nella Grande Mela, è quindi una buona idea in qualsiasi stagione. Troverete una vita culturale che non conosce sonno, con tante cose da fare. 

 

Oltre a visitare luoghi come il Brooklyn Bridge, Central Park, la Statua della Libertà, Manhattan e i suoi grattacieli, Ground Zero e molti altri ancora una delle esperienze da non perdere assolutamente è quella di andare a vedere una chiesa gospel a New York. Si tratta di qualcosa di indimenticabile e unico, in cui il suono delle voci incontra quello di un’atmosfera che nessun film potrà mai descrivere.

 

Oggi vi portiamo alla scoperta non della parte nota della metropoli, quella a cui abbiamo accennato poc’anzi, ma di 3 luoghi che non tutti conoscono

 

Prima di addentrarci per le avenue newyorchesi vi segnaliamo il periodo davvero migliore per recarvi in visita, anche se, come non ci stancheremo mai di ripetere, ogni momento è una buona scusa. 

 

I mesi eccellenti sono da febbraio a ottobre, in particolare maggio-giugno in primavera, e la parte iniziale dell’autunno: ottobre e settembre. Il clima è più dolce e avrete modo di ammirare una città che risplende di una luce particolare.

Strada segreta a Henderson Place

Il luogo che vi stiamo per proporre è lungo i confini orientali di Yorkville ed è semplicemente incantato. Qui si fa notare una schiera di case, all’ombra dei grattacieli. Ognuna è di una bellezza speciale, per via del contesto tranquillo e sereno: già questo si rivela inaspettato a New York.

 

Yorkville è stata una zona in cui si è concentrata l’immigrazione tedesca. Successivamente ha attirato l’interesse dei magnati dell’industria, per via dei viali immersi nel verde. Sono stati loro a costruire le ville dall’aspetto originale.

 

Accanto a esse un uomo d’affari il cui nome è John Henderson, ha fatto realizzare delle case per le persone meno abbienti che desideravano evitare la parte più inflazionata della città e vivere con maggiore tranquillità.

 

Si tratta di abitazioni di piccole dimensioni che nel tempo sono diventate molto ambite. Tra i tanti acquirenti ci sono stati la coppia leggendaria del teatro Lunt & Fontanne. Inutile dire che il valore delle 24 case rimaste (su 32) è aumentato in maniera considerevole. Oltre le aspettative di Henderson, certamente.

Una piscina… artistica

Siamo vicino alla Seventh Avenue, in Clarkson Street. Qui si trova la piscina pubblica di Carmine Street che ha una caratteristica unica nel suo genere. Non è una semplice swimmingpool, infatti. 

 

La mano che l’ha concepita e pitturata è quella di uno degli artisti contemporanei più amati: l’attivista newyorkese Keith Haring, il quale l’ha dipinta nel 1987 senza realizzare alcuno schizzo preparatorio e lasciandosi guidare soltanto dall’ispirazione.

 

Le immagini raffigurano tritoni, pesci fantastici, bambini, tutti intenti a nuotare e a tuffarsi. Lo stile è quello che tutti conosciamo, empatico e irriverente. 

 

Una variopinta compagnia che allieta l’area del West Village, con una spensieratezza unica. Proprio come nell’arte di Keith Haring, la cui opera continua a vivere in opere come questa.

I marciapiedi di SoHo

A New York viene naturale guardare in alto, alla ricerca di un orizzonte che pare non arrivare mai e che risulta pressoché infinito, nonostante l’alta concentrazione di abitanti. Perché si è portati a sognare, a perdersi nella stessa gioia di essere parte di una delle città più belle del mondo (e desiderate).

 

Questa volta vi invitiamo a lasciarvi trasportare dall’immaginazione, ma con una prospettiva diversa: guardando in basso.

 

Siamo a SoHo, il quartiere più cool della New York degli anni Settanta, per via degli affitti bassissimi con cui si poteva accedere ai loft industriali dalle enormi dimensioni: perfetti come atelier e alloggi, ma anche gallerie d’arte.

 

Quando si cammina a SoHo lo si fa lungo marciapiedi che sono vere e proprie opere d’arte. Sono stati realizzati da Ken Hiratsuka, in arte Ken Rock, il quale ha scolpito la parte in cui Broadway e Prince Street si incrociano.

 

Le immagini raffigurano una linea continua che non si ferma mai, in quello che è stato definito come “un incrocio tra Keith Haring e le incisioni preistoriche”. Rock si è ispirato alla guerrilla art e ha lavorato a questa particolarissima opera fino a quando non è stato fermato dalla polizia. 

 

Guardate in basso, dunque. Vedrete il sogno americano da un altro punto di vista. La vera arte, a SoHo, passa sotto i vostri piedi.

Nota finale

New York è piena di angoli come quelli che vi abbiamo citato, piccole chicche di cui raccontano libri e romanzi. Ma soprattutto le storie di chi, di passaggio o per tutta la vita, vi ha abitato. 

 

Ne è un esempio anche l’atrio del Chrysler Building, situato a Manhattan e uno dei suoi luoghi più luminosi. Le finiture portano alla memoria proprio quelle delle Chrysler, vetture lussuose come poche, e l’atmosfera libertina degli anni Venti.

 

Un palazzo art deco, capace di incarnare un’epoca e di offrire nuove prospettive monumentali.

 

Si pensa normalmente che l’Europa abbia più storia da offrire dell’America. I luoghi che vi abbiamo raccontato scalfiscono almeno leggermente questa teoria. Non è forse la vita di chi la vive intensamente?