Acque agitate nel settore extralberghiero in Sicilia, dove il recente decreto assessoriale attuativo della legge regionale 6/2025 sta generando un’ondata di preoccupazione e dissenso. Nello specifico, la Federazione Nazionale FARE – Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiera ha espresso profonda contrarietà, ritenendo le nuove norme eccessivamente restrittive e, in alcuni casi, ingiustamente retroattive. Sicilia Extralberghiero legge contestata: ma quali sono i punti salienti di questa normativa così contestata e perché sta scatenando un tale dibattito?
Sicilia extralberghiero legge contestata: Un freno all’ospitalità diffusa?
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Il decreto introduce una serie di vincoli che, secondo FARE, appaiono sproporzionati rispetto alla realtà dell’ospitalità diffusa in Sicilia. Per esempio, tra le misure più discusse si annoverano l’obbligo di dotare ogni struttura di defibrillatori, la presenza di televisori da 32 pollici in ogni alloggio e l’imposizione di personale bilingue obbligatorio. In aggiunta a ciò, sono previste restrizioni precise sul numero di posti letto e sui servizi igienici disponibili.
Secondo la federazione, queste disposizioni sono “inadeguate” e rischiano concretamente di “penalizzare in particolare le piccole strutture familiari e i modelli di accoglienza radicati nei territori”. Di conseguenza, c’è il timore che tali misure possano alimentare l’irregolarità nel settore e scoraggiare gli operatori che oggi lavorano con serietà e impegno.
La voce della federazione: “Difendere un modello di accoglienza”
Elia Rosciano, presidente della Federazione FARE, sottolinea con forza l’importanza di difendere il modello di accoglienza siciliano: «In gioco – sostiene – c’è un modello di accoglienza radicato nei territori, foriero di lavoro, riscatto e speranza che va difeso e valorizzato, non soffocato da norme burocraticamente e decontestualizzate».
La posizione di FARE non è contro la regolamentazione in sé, anzi. «Siamo favorevoli a una regolamentazione chiara e trasparente – aggiunge Rosciano – ma ciò non può avvenire a scapito della sostenibilità economica e della coerenza con il contesto sociale e urbano della regione. Le regole devono aiutare a crescere, non spingere alla chiusura o all’abbandono del mercato da parte di operatori regolari».
Richiesta di sospensione e confronto: Un appello alla Regione
In considerazione di ciò, la federazione ha lanciato un appello diretto alla Regione Siciliana, chiedendo l’immediata sospensione dell’attuazione del decreto. Inoltre, si richiede l’apertura di un tavolo di confronto tecnico che includa le rappresentanze del settore. L’obiettivo è chiaro: lavorare insieme per una riscrittura del testo che sia basata su principi di equilibrio, proporzionalità e, soprattutto, che valorizzi l’accoglienza extralberghiera, anziché ostacolarla.
La palla passa ora alla Regione, chiamata a trovare un equilibrio tra la necessità di regolamentare e l’esigenza di sostenere un settore vitale per l’economia e il turismo siciliano. Riusciranno le parti a trovare un terreno comune per il bene dell’ospitalità extralberghiera in Sicilia?














