Bando regione Piemonte per alberghi assistiti
E’ stato emanato un bando dalla regione Piemonte per alberghi assistiti con lo scopo di creare una rete di strutture ricettive che mettano a disposizione supporto socio-sanitario destinato alle persone over 65 positive al Covid-19 che siano asintomatico o paucisintomatici.
Le strutture, inoltre, dovranno offrire camere d’albergo ai pazienti che hanno lasciato l’ospedale ma che risultano ancora positivi e che non abbiano necessità di supporto sanitario, ma di un posto dove stare per poter liberare i posti letto delle strutture ospedaliere.
L’avviso è stato emesso dalla Regione Piemonte per poter acquisire manifestazioni di interesse da parte di strutture ricettive con supporto socio-sanitario da riservare ai pazienti, autosufficienti o parzialmente autosufficienti, che abbiano superato i 65 anni e che risultino ancora positivi al Covid-19 in forma asintomatica o paucisintomatica.
Coloro che lo desiderano, possono presentare domanda con la massima urgenza, questo vale anche per i soggetti già coinvolti in progetti assistenziali e di cura e per tutte le strutture alberghiere che siano in grado di fornire i servizi richiesti mediante raggruppamenti di impresa con realtà del settore specializzate.
Bando regione Piemonte per alberghi assistiti: disposizioni

Quello che un “albergo assistito” dovrà garantire è un minimo di 20 camere con bagno interno, servizio di colazione, pranzo e cena, cambio e sanificazione biancheria ogni tre giorni, 2 operatori socio-sanitari ogni 20 ospiti, un infermiere professionale che effettui 3 passaggi diurni di due ore per 20 ospiti, la reperibilità infermieristica per tutto l’arco delle 24 ore.
I dispositivi di protezione individuali saranno a carico del gestore, mentre il supporto sanitario sarà offerto dai medici di medicina generale o dalle Usca. Le aziende sanitarie potranno stipulare contratti sulla base dei fabbisogni e delle tariffe ritenute adatte ai servizi richiesti.
“Un numero considerevole di ricoveri in ospedale riguarda persone autosufficienti o parzialmente autosufficienti positive al Covid-19 asintomatiche o paucisintomatiche che, pur non necessitando di un livello di cure di tipo ospedaliero, vengono ricoverate per la difficoltà di mantenere una condizione di isolamento o per l’assenza di una rete sociale valida. In questo modo possiamo offrire l’assistenza necessaria a questo tipo di pazienti e al contempo liberare posti letto per gli altri ammalati”, è quanto chiarito dall’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.
La Regione Piemonte, ha proposto un’ulteriore misura che coinvolge le strutture ricettive, a favore di pazienti totalmente autosufficienti, dimessi dagli ospedali ma che risultino ancora positivi. Questo tipo di pazienti, non necessitano di supporto sanitario ma non possono osservare la quarantena a casa nell’attesa di diventare negativi.
I posti messi a disposizione sono già 1000, così ripartiti: 815 nella provincia di Torino, 34 nella provincia di Alessandria, 20 ad Asti, 20 a Cuneo, 65 a Novara, 31 nel VCO e 16 nella provincia di Vercelli.
L’assessore regionale alla Protezione Civile, Marco Gabusi ha sottolineato “Il lavoro è stato fatto con la Protezione civile tramite le Federalberghi provinciali, avendo cura di selezionare le strutture con il maggiore comfort per gli ospiti tra i 3, 4 e 5 stelle disponibili. Una volta individuate le strutture, le Asl valutano l’adeguatezza di spazi e servizi e procedono a contrattualizzare gli alberghi. Si tratta di un’attività in progress, per cui potrebbero arrivare ancora ulteriori disponibilità”.
“Ancora una volta la collaborazione tra pubblico e privato si rende proficua ed indispensabile. Un ringraziamento a tutte le strutture ricettive che vorranno partecipare e collaborare andando così ad aiutare quelle realtà assistenziali in difficoltà a causa del complesso momento storico che stiamo vivendo” ha commentato l’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio.
Un’iniziativa per sentirsi utili in un periodo così difficile e per continuare a restare a galla, nonostante le difficoltà economiche dovute all’emergenza sanitaria.