L’attenzione dell’antitrust su Booking.com, con le sue dirette implicazioni per la strategia prezzi alberghiera, si lega strettamente alla complessa gestione dei canali di vendita e delle commissioni versate alle Online Travel Agencies (OTA), una delle sfide più significative che gli operatori affrontano da anni.
Ora, un’iniziativa legale promossa da Federalberghi Belluno contro Booking.com sta riaccendendo i riflettori su questo delicato rapporto, aprendo la strada a un potenziale recupero di ingenti somme per migliaia di strutture ricettive.
La controversia della richiesta dei rimborsi degli Hotel a Booking.com
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Al centro della contesa vi sono le cosiddette “clausole di parità” imposte da Booking.com in passato, che obbligavano gli hotel a non offrire prezzi migliori sui propri canali diretti rispetto a quelli presenti sulla piattaforma.
Questa pratica, considerata anticoncorrenziale, è stata oggetto di attenzione da parte delle autorità antitrust europee e nazionali. La svolta decisiva è arrivata con una pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 10 settembre 2019, che ha stabilito l’illegittimità di tali clausole, riconoscendo il diritto degli hotel di proporre tariffe più vantaggiose sui propri siti web.
In Italia, già l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) era intervenuta sanzionando Booking.com per pratiche analoghe.
L’ iniziativa di Federalberghi Belluno: un precedente per tutti?
Alessandro Michielli, presidente di Federalberghi Belluno, ha annunciato un’azione legale collettiva volta al recupero delle commissioni versate da hotel, B&B e altre strutture ricettive a Booking.com.
Secondo l’associazione, gli operatori potrebbero avere diritto a un rimborso che può raggiungere il 30% delle commissioni pagate a partire dal 2004. Michielli ha sottolineato come questa iniziativa sia supportata da uno studio approfondito che ha evidenziato la distorsione del mercato causata da tali pratiche.
La base giuridica si fonda sul principio del diritto comunitario, che permette ai danneggiati da pratiche anticoncorrenziali di richiedere un risarcimento.
Commissioni e trasparenza
L’azione legale solleva nuovamente il dibattito sulla trasparenza delle commissioni e sul ruolo dominante delle grandi piattaforme online.
Nonostante Booking.com abbia progressivamente modificato le sue politiche, passando da una “parità ampia” a una “parità ristretta” dopo le pressioni delle autorità, le preoccupazioni sulla mancanza di trasparenza e sull’impatto sui margini degli albergatori persistono.
Questa iniziativa legale rappresenta un tentativo concreto di riequilibrare i rapporti di forza, garantendo una maggiore equità e tutelando la competitività delle piccole e medie imprese turistiche.
Quali implicazioni per il tuo Hotel?
Per gli albergatori, questa battaglia legale potrebbe tradursi in un’opportunità significativa di recupero economico.
Sebbene l’iniziativa sia partita da Federalberghi Belluno, il principio giuridico sottostante la sentenza della Corte di Giustizia UE è applicabile a tutte le strutture ricettive nell’Unione. È fondamentale, quindi, per gli operatori del settore, informarsi e valutare la propria posizione rispetto alle commissioni versate a Booking.com negli anni.
L’esito di questa azione potrebbe non solo portare a rimborsi tangibili, ma anche influenzare le future dinamiche contrattuali tra hotel e OTA, favorendo una maggiore trasparenza e un rapporto più equilibrato nel lungo termine.
Per consultare la sentenza completa della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (Causa C-264/23) che ha un impatto diretto sulla questione delle commissioni di Booking.com, è possibile collegarsi al portale ufficiale EUR-Lex