Petizione per salvare il settore turistico

Poche ore sono passate dal lancio della petizione per salvare il settore turistico, è già sono 25.997 le persone che hanno firmato o contribuito a dare maggiore visibilità all’iniziativa. La petizione ha preso il via la scorsa notte su impulso di Federalberghi, l’associazione di categoria che rappresenta gli interessi delle imprese alberghiere in Italia.

Il settore turistico permane, ormai, da quasi un anno in un limbo, dal quale è difficile uscire, eppure è necessario recuperarlo e riportarlo ai fasti passati. Da sempre flussi turistici sono diretti nel paese che racchiude bellezze naturali e paesaggistiche uniche al mondo, per non parlare del patrimonio artistico. In Italia, si trovano, infatti ben 55 siti Unesco. Il Bel Paese è anche quello che detiene il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell’umanità. Deteniamo il primato insieme con la Cina, che ne possiede altrettanti.

Per tali ragioni è indispensabile ravvivare con tutti i mezzi possibili il turismo. L’Italia possiede un potenziale turistico elevatissimo. Tale ricchezza artistico-culturale ha reso il comparto turistico uno dei settori trainanti dell’economia italiana.

Petizione per salvare il settore turistico

 

La petizione mira a dare sostegno alle aziende e agli operatori che lavorano nel turismo, che hanno subito ingenti perdite a causa del covid. Purtroppo l’emergenza sanitaria è ancora in atto. Il nome dell’iniziativa è “Salviamo le imprese ed i lavoratori del settore turistico” e trova tra i suoi sostenitori Ava, l’Associazione Veneziana Albergatori. Ava ha dichiarato che solo a Venezia la stima delle perdite si aggiri intorno all’85%.

 

Petizione per salvare il settore turistico

 

Il turismo in Italia genera un valore aggiunto pari a 93 miliardi di euro, che corrisponde al 6% del PIL. Il settore turistico impiega oltre 1,3 milioni di risorse umane, in prevalenza donne e giovani.

Tra le varie mete turistiche, la più colpita è sicuramente Venezia, che ha avvertito i “primi sintomi” del covid già a partire da novembre 2019.

È possibile firmare o condividere la petizione su Change.org, previa registrazione sul portale.