Il panorama del turismo e dell’ospitalità è da tempo alle prese con una problematica che ne mina la credibilità e la fiducia dei consumatori: le false recensioni.
Un nuovo disegno di legge, in discussione a Palazzo Madama, si propone di porre un freno a questo fenomeno. L’iniziativa mira a tutelare le imprese e a rafforzare la fiducia dei consumatori, introducendo regole stringenti che avranno un impatto significativo sul settore alberghiero.
Il provvedimento rappresenta un tentativo di creare un mercato più equo, combattendo la concorrenza sleale e i danni economici causati dai commenti manipolati.
Un freno ai commenti falsi e “comprati”
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Il disegno di legge sulle piccole e medie imprese (Atto Senato n. 1484) introduce un nuovo articolo che definisce la liceità delle recensioni online. La norma stabilisce che, per essere considerata valida, una recensione deve essere rilasciata da chi ha effettivamente acquistato il prodotto o usufruito del servizio.
Il recensore dovrà fornire una prova, come uno scontrino o una fattura. Inoltre, la recensione dovrà essere scritta entro 90 giorni dall’esperienza e non dovrà essere il risultato di sconti o premi promessi dall’azienda.
Questa nuova disposizione mira a sconfiggere il problema dei commenti ritorsivi o gonfiati e a frenare il fenomeno delle “recensioni comprate”, ovvero quelle ottenute in cambio di ricompense. Per gli albergatori, ciò significa che i giudizi dei loro clienti dovranno essere collegati a un soggiorno reale e genuino.
In questo modo, il legislatore intende garantire maggiore trasparenza e proteggere le imprese da recensioni inserite da chi non ha mai frequentato la loro struttura o le ha scritte solo per un vantaggio economico.
Anonimato, ird delle imprese e nuovi poteri di vigilanza
Nonostante l’introduzione dell’obbligo di prova d’acquisto, l’emendamento al disegno di legge ha eliminato la verifica dell’identità del recensore. Pertanto, l’anonimato dell’utente rimane, ma ogni commento deve essere collegato a un acquisto verificabile. Questa scelta cerca di bilanciare la necessità di contenuti affidabili con il diritto alla privacy dei consumatori.
L’attenzione si sposta dall’identità del recensore alla veridicità e alla genuinità della recensione stessa.
Il provvedimento riconosce inoltre alle imprese, compresi gli hotel, il diritto di segnalare le recensioni che non rispettano i requisiti di liceità. Sulla base del Regolamento europeo sui servizi digitali (DSA), il titolare di un hotel può richiedere la rimozione di recensioni ritenute false o prive dei requisiti previsti dalla legge. La piattaforma di recensioni, come TripAdvisor o Booking, sarà obbligata a verificare e, se necessario, a rimuovere il commento segnalato.
Inoltre, la vigilanza e le sanzioni per le pratiche scorrette non saranno più affidate all’AGCOM.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) avrà il compito di definire le linee guida, monitorare le pratiche scorrette e applicare sanzioni fino al 10% del fatturato in caso di violazioni rilevanti.
Le associazioni di categoria, infine, potranno diventare “segnalatori attendibili”, ottenendo un canale privilegiato per far rimuovere più rapidamente recensioni false o diffamatorie.
Una scelta ragionevole o un controsenso?
Sebbene la nuova normativa sia stata accolta con favore da molti, ha anche suscitato reazioni critiche.
Alcuni operatori del settore, come il famoso pasticcere Iginio Massari, hanno definito l’idea di mantenere l’anonimato pur richiedendo una prova d’acquisto come un “controsenso”.
Essi sottolineano che lo scontrino, essendo un documento anonimo e facilmente trasferibile, potrebbe non essere sufficiente per prevenire le frodi.
Ciononostante, l’obiettivo principale del provvedimento resta chiaro: intervenire per creare condizioni di competizione più leali e proteggere gli operatori onesti e i consumatori.
Sebbene l’efficacia dello scontrino come prova definitiva rimanga oggetto di dibattito, questa stretta sulle recensioni rappresenta un passo importante nella lotta contro i giudizi falsi e un tentativo di ristabilire la fiducia nel sistema.














