Il settore dell’ospitalità e della ristorazione si trova di fronte a una svolta epocale, con la Transizione 5.0 che offre un’opportunità unica per abbracciare l’innovazione e la sostenibilità.
Questo incentivo fiscale supporta le imprese che investono in tecnologie all’avanguardia per migliorare l’efficienza energetica e promuovere pratiche più ecologiche.
La buona notizia è che il decreto attuativo è stato pubblicato e la piattaforma online del GSE è operativa, rendendo gli incentivi immediatamente accessibili.
Chi può accedere e quali investimenti sono ammissibili?
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Il credito d’imposta Transizione 5.0 si rivolge a tutte le imprese residenti in Italia, senza distinzioni di forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale. Solo le aziende in stato di liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali ne sono escluse.
L’incentivo finanzia nuovi investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’esercizio d’impresa. Fondamentale è che questi investimenti generino una riduzione significativa dei consumi energetici. Per qualificarsi, i progetti devono essere avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025. Richiedono una riduzione complessiva dei consumi energetici della struttura produttiva di almeno il 3%, oppure del 5% per i processi specifici interessati dall’investimento.
Le date chiave da rispettare sono: inizio progetti dal 1° gennaio 2024, ordini e acconti (≥ 50%) entro il 31 dicembre 2024, completamento progetti entro il 31 dicembre 2025 e comunicazione di completamento entro il 28 febbraio 2026.
Spese ammissibili e esempi concreti per Hotel e ristoranti
Il credito d’imposta Transizione 5.0 copre un’ampia gamma di spese volte a migliorare l’efficienza energetica. Nello specifico, include:
- Nuovi beni materiali e immateriali strumentali: Ad esempio, sistemi di automazione e domotica per hotel che ottimizzano l’illuminazione, il riscaldamento e la climatizzazione. Rientrano anche tecnologie per il risparmio energetico come frigoriferi e forni ad alta efficienza per le cucine dei ristoranti, oltre a sistemi di controllo dell’energia per monitorare e gestire i consumi.
- Autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili: L’installazione di impianti fotovoltaici e pannelli solari termici, sistemi di stoccaggio dell’energia (batterie) e servizi ausiliari come inverter e trasformatori sono pienamente ammissibili.
- Spese di formazione: Corsi e programmi per il personale, mirati ad acquisire competenze nelle tecnologie digitali ed energetiche. I progetti formativi devono durare almeno 12 ore, con moduli specifici sulla sostenibilità energetica e l’integrazione digitale dei processi aziendali.
Particolare attenzione è rivolta agli impianti di illuminazione e climatizzazione negli hotel, che possono rientrare nelle spese finanziabili se rispondono a specifici requisiti tecnologici.
Limiti, credito d’imposta e requisiti DNSH
Il limite massimo dei costi ammissibili è fissato a 50 milioni di euro annui per ciascun beneficiario. Le aliquote del credito d’imposta variano in base al risparmio energetico conseguito, con percentuali che aumentano progressivamente all’aumentare dell’efficienza raggiunta. Per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, l’aliquota può arrivare fino al 60% in caso di risparmi energetici superiori al 10% (struttura produttiva) o al 15% (processo interessato).
È importante sottolineare che il decreto attuativo specifica le spese ammissibili per l’autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, richiedendo che i beni siano allacciati alla rete entro un anno dal completamento del progetto. Inoltre, le spese di formazione sono suddivise tra transizione green e digitale, con moduli obbligatori su temi come la gestione efficiente dell’energia, la cybersecurity e l’intelligenza artificiale.
Per garantire la sostenibilità, i progetti devono rispettare i requisiti DNSH (Do No Significant Harm), escludendo investimenti legati ai combustibili fossili, a elevate emissioni di gas serra o alla produzione di alti livelli di rifiuti.
Come accedere al credito d’imposta
Le imprese devono presentare domanda al Gestore Servizi Energetici (GSE) tramite una procedura telematica. Le risorse stanziate ammontano a 6,3 miliardi di euro e le domande sono accettate fino al loro esaurimento. Ogni azienda può attivare una sola pratica alla volta, inviando una nuova domanda solo dopo l’approvazione del GSE.
La procedura richiede una certificazione ex ante sul risparmio energetico previsto e una certificazione ex post sull’effettiva realizzazione dei risparmi. Soggetti abilitati rilasciano queste certificazioni, e le relative spese sono riconosciute in aumento del credito d’imposta, fino a 10 mila euro. Il GSE svolge un ruolo di verifica e monitoraggio, anche nella fase ex ante.
La modulistica aggiornata, inclusi gli allegati per le certificazioni e il modello di autocertificazione per i moduli fotovoltaici, è disponibile sul sito ufficiale del GSE. Un utilizzo corretto di questi documenti è essenziale per completare l’iter e ottenere la validazione.
La Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità irrinunciabile per il settore ricettivo e della ristorazione. Investire in innovazione e sostenibilità non solo riduce i costi operativi, ma posiziona anche la tua attività come leader nel rispetto ambientale.














